Inauguriamo le recensioni del nuovo anno musicale con il melodic death degli Arch Enemy, ormai assunti al ruolo di leader del genere e che, lo si evince chiaramente dal titolo Covered in blood, si trastullano con una serie (ben ventiquattro!) di interpretazioni di altrui brani.
Molti di essi sono recuperi di B-sides o bonus track disseminati nella carriera della band di Michael Ammott, con una prevalenza chiaramente per la matrice metal delle canzoni originali, ma senza farsi mancare qualche incursione nel pop e nel punk.
Si apre giustappunto con la celeberrima Shout dei Tears for fears, che inaugura il disco e l'ampia sezione che vede alla voce l'attuale cantante Alissa White-Gluz. Dopo qualche richiamo agli ottanta metal con Judas Priest (Breaking the law) e Pretty Maids (Back to black), di particolare interesse la parentesi, dalla traccia cinque alla undici, relativa al tributo alla scena hardcore svedese del passato, con reinterpretazioni dei misconosciuti Skitlickers, Moderat Likvidation e Anti-Cimex. A seguire lo spazio dedicato all'ex singer Angela Gossow (tra le altre The zoo degli Scorpions, The oath dei KISS, Wings of tomorrow degli Europe), ed infine il testimone passa al primissimo cantante (uomo) della band, Johan Liiva, che si distingue in particolare per due cover degli Iron Maiden (Aces High e la strumentale The ides of march).
Disco eccessivamente lungo e prescindibile, nel quale probabilmente vi troverete a skippare le tracce alla ricerca delle vostre ispirazioni preferite, ma che tuttavia può regalare qualche passaggio coinvolgente.
Stavolta mi hai battuto con largo anticipo, ma ce l'ho in canna :)
RispondiEliminaA me piace, e ti spiegherò perché...stay tuned!
Bella
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