lunedì 28 gennaio 2019

Whitey Morgan and the 78's, Hard times and white lines (2018)

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Col tempo la memoria comincia a fare cilecca, e allora ultimamente mi impongo di rileggere le mie vecchie recensioni prima di tornare a scrivere dello stesso artista.
Per fortuna l'ho fatto anche per Whitey Morgan, altrimenti vi avrei propinato paro paro l'incipit di Sonic ranch del 2015. Perciò, se lo desiderate, andate e leggerlo e passiamo oltre.
A 38 anni Eric Allen aka Whitey Morgan, assieme ai suoi ormai consolidati 78's, rappresenta quanto di meglio il country/honky tonk possa esprimere. 
Musica densa, sincera, pregna di vita, emozionante, suonata e interpretata come se da questo dipendesse la sopravvivenza dei musicisti coinvolti.
Insomma, una garanzia granitica confermata ancora una volta quando parte la melodia dimessa, malinconica di Honky tonk hell, che apre l'ultimo lavoro del gruppo: Hard times and white lines.
Le classiche caratteristiche del genere outlaw sono tutte presenti nelle liriche di Morgan, il male di vivere affogato nel whiskey e in qualunque altra sostanza (Bourbon and the blues; Hard to get high), la frustrazione derivante dal non avere un posto dove stare (Around here), le storie d'amore (ovviamente) tormentatissime (What am I supposed to do) e l'autentica passione nel suonare la musica del sud degli states, che sfocia in una cover meravigliosa del classicissimo blues degli ZZ Top Just get paid e di Carryin' on del maestro Dale Watson.
Lunga vita a chi tiene duro in questo modo. Lunga vita a Whitey Morgan.


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