lunedì 3 dicembre 2018

Salmo, Playlist

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Anche se Bottle of smoke ha tutt'altro orientamento musicale, seguiamo con una certa attenzione la scena rap italiana, soprattutto quella parte che potremmo definire old school e che esula dalle fenomenologie del momento (trap e compagnia bella).
E' pertanto bizzarro essere arrivati solo ora ad approfondire la musica di uno dalla forte personalità come Salmo, che, con Playlist, è arrivato al quinto lavoro in sette anni.

In ritardo o meno, è già un paio di settimane buone che questo album è in alta rotazione nei miei ascolti senza che sia venuto a calare interesse e voglia di metterlo su da capo.
Diciamo che condivido con l'artista sardo (all'anagrafe Maurizio Pisciottu) la critica verso quell'ostentazione dell'eccesso, tema costante dei colleghi di rime cafoni arricchiti, che Salmo mette alla berlina nelle tracce Ricchi e morti e Dispovery channel. 
Tuttavia, oltre questo aspetto, Playlist si è guadagnato la mia attenzione anche in virtù di altre tracce dirette e potenti, quali 90min o Stai zitto (feat. il Fibra nazionale che nel suo pezzo "assolve" la trap sostenendo che "a 18 anni mica scopi se ascolti gli Slayer"). 
Restando nei fenomeni giovanili, totalmente evitabile  il featuring con Sfera Ebbasta, una sorta di coalizione in polemica risposta con la rivista Rolling Stone, che aveva messo un pò artificiosamente l'uno contro l'altro. Il brano in questione (Cabriolet), anche se si sente canticchiare in ogni dove, è a mio avviso debolissimo, soprattutto rispetto alla media del disco.
Verso la fine della tracklist Salmo si toglie anche lo sfizio di inserire Tiè, un breve pezzo strumentale nel quale torna al suo primo amore, la batteria.

Sarebbe facile per me definire Playlist disco rap italiano dell'anno, visto che non ne ho ascoltati altri. 
Mi limito allora ad affermare che con questo album ho appagato la mia personale esigenza del genere, per l'anno 2018.

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