giovedì 19 gennaio 2017

Cody Jinks, I'm not the devil


Nel corso del 2016 ho recensito diversi dischi che in qualche modo avevano a che fare con il country (vado a memoria: Hayes Carll, Steven Tyler, Matt Woods, Sturgill Simpson) senza che questo genere fosse però davvero predominate rispetto alla cifra stilistica complessiva di quei lavori. Ecco, se cercate un album hundred per cent country, senza prefissi aggiuntivi che non siano i rigorosi "pure" o "traditional", dovete necessariamente orientarvi verso I'm not the devil di Cody Jinks.
Questo artista texano, che, tra la fine dei novanta e i primi anni zero, musicalmente nasce metal-thrasher (con una band chiamata Unchecked Aggression) è diventato una delle più luminose speranze per tutti gli appassionati di country che non sopportano le derive pop ormai assunte da questo genere e che, al contrario, sono sempre alla ricerca di opere nuove ma ben piantate nel terreno della tradizione.

Ci arriva bello carico, il signor Jinks, all'appuntamento con il suo quinto lavoro di studio, lanciando già dall'artwork di copertina un chiarissimo il messaggio riguardo la natura revivalista della sua musica. La voce calda, tipicamente sudista, la steel guitar, le atmosfere confidenziali sono il baricentro attorno al quale si dipana, allargandosi in cerchi concentrici, I'm not the devil. Che si parli della dolorosa fine di una relazione (The same), di religione (No guarantees), di vita matrimoniale (No words), si riprenda un classico di Merle Haggard (The way I am) o si acceleri improvvisamente nell'honky tonk (Chase that song), per l'intero elenco di titoli della tracklist a prevalere è quella spietata sincerità che fa tutta la differenza del mondo tra un'opera autentica e una prodotta in serie, concetto questo distillato in tutta la sua essenza nella toccante title track.

Non è un caso se negli ultimi anni gli artisti più interessanti e genuini del country arrivino da fuori Nashville, Tennessee e da quell'omologazione che sta svuotando di valori e significato questo genere musicale. Il Texas sta giocando un ruolo fondamentale in questa ridistribuzione del talento sudista, anche grazie a personaggi come Cody Jinks, che continuano imperterriti a fare una musica orgogliosamente tenace e resistente, dotata di un fascino pericoloso, e per questo non accessibile a tutti. 
Questo è I'm not the devil. Disco country dell'anno (scorso).

Nessun commento:

Posta un commento