Come avevo confessato in questo post sul blog gemello, ho sofferto di una vera e propria dipendenza dalle patatine fritte (quelle dei sacchetti). La mia era una droga a tutti gli effetti, se è vero che ne consumavo un pacchettone al giorno, tutti i giorni. E tra la altro la mia preferenza andava a quelle aromatizzate (al pepe rosa, al pomodoro, alla salsa barbecue, al chili, all'aceto) insomma proprio le più nocive. A un certo punto, anche a causa di dolori sospetti all'addome, ho deciso di ridurre complessivamente il junk food, fedele compagno di viaggio della mia vita disordinata e dagli orari impossibili. Così da qualche settimana mi sono dato una regolata (leggera, niente di stravolgente) e, per affrontare la fame nervosa, sono passato dalla mia vecchia droga ad una nuova forma di metadone: le gallette di riso. Sono tristi, sanno di poco e sembra di masticare polistirolo, ma fanno il loro sporco dovere di addomesticare l'appetito e soprattutto non mi fanno stare sveglio la notte col bruciore di stomaco. Sarò fuori dal tunnel?
AAAAAH! Con un metadone tanto insipido
RispondiEliminaci ricascherai alla prima occasione
(te lo dice una vegetariana semi-salutista).
Prova a prendere le patatine nei negozi bio,
ci sono anche quelle non fritte, che fanno meno
male.
piuttosto che mangiare quelle robe lì, mi farei trapiantare un fegato nuovo e via!, altre patatine in arrivo.
RispondiElimina(quelle al lime e pepe rosa? mostruosamente buone)
"Sarò fuori dal tunnel?"
RispondiEliminaNo
Quanto hai ragione...
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