"O merda...oggesù...". Fa sorridere se ci ripenso, ma ancora oggi, a dieci anni giusti di distanza, quando viene il momento di parlare di Amos Lee, mi scatta spontaneamente l'aggancio mnemonico con il titolo del thread a lui dedicato, lanciato sul nostro forum di dinosauri dall'amico Maurino, che comunicava efficacemente lo stupore derivante dal primo ascolto del debuttante artista di Philadelphia e del suo sound sospeso tra folk e soul. Ancora oggi quel debutto resta probabilmente il lavoro migliore di Lee, che però, anche nelle produzioni successive, ha comunque sempre garantito anima ed onestà, anche grazie ad una voce empatica come poche nel panorama moderno ed un approccio alle composizioni rispetto al quale il paragone con Ben Harper è ormai decisamente superato. Cinque album in dieci anni più un recente live con la Colorado Symphony Orchestra mi ha fornito materiale a sufficienza per questa playlist, che spero torni utile a ripercorrere la carriera di Amos o, perdonate la presunzione, ad aiutare qualcuno a scoprire "uno dei nostri".
1. Keep it loose, keep it tight
2. Seen it all before
3. Arms of a woman
4. Bottom of the barrel
5. Black river
6. Supply and demand
7. Sweet pea
8. Night train
9. Won't let me go
10. Truth
11. Street corner preacher
12. El camino
13. Windows are rolled down
14. Flower
15. Jesus
16. Cup of sorrow
17. Trickster, hucksters and scamps
18. Chill in the air
19. The man who wants you
20. Violin (live with the Colorado Symphony)
21. Colors (live with the Colorado Symphony)
Nessun commento:
Posta un commento