Da tempo non ascoltavo un disco dal vivo del Rolling Stones, probabilmente dall'acquisto di Stripped quasi vent'anni fa. A dirla tutta, è moltissimo che in assoluto non ascolto la band di Richards e Jagger. Durante il periodo natalizio mi è tornata la voglia di farlo e sfrucugliando un po' in rete mi sono imbattuto nella recensione entusiastica di Brussels affair, official bootleg del 1973, pubblicato solo in versione digital download nel 2011.
Effettivamente non posso che confermare il giudizio estremamente positivo per una registrazione che cattura il momento del tutto particolare della formazione, reduce dall'auto esilio in Francia e dalla pubblicazione del seminale Exile on main street prima e dall'ottimo Goats head soup poi.
Jagger, perfettamente a suo agio nel rivolgersi al pubblico in francese, appare in forma strepitosa così come la band (ricordiamo, oltre a Richards Taylor, Watts e Wyman, senza dimenticare lo Stones aggiunto Billy Preston e un'ottima sezione fiati), che ha un tiro pazzesco.
Gli Stones accantonano per un attimo la propria componente blues (la recupereranno con gli interessi qualche anno dopo, in Love You Live del 1977) concentrandosi su un groove dai forti connotati soul, errebì e rock and roll e rovesciando sull'audience un'esibizione incendiaria.
La scaletta, oltre agli immancabili pezzi da greatest hits, ma vivaddio senza Satisfaction, è suonata con un vigore lontano dal consumato mestiere, ed è impreziosita da una manciata di canzoni meno consuete che la rendono ancora più accattivante. La tripletta Starfucker (pubblicata su Goats head soup come Star star), Dancing with Mister D e Doo doo doo doo doo (Heartbreaker) spingono il motore a pieno regime e fanno accogliere come un balsamo lenitivo la successiva Angie, così come, più in là nella tracklist, l'uno-due All down the line e Rip this joint, eccita la folla prima del cumshot finale saldato attorno a Jumpin' Jack flash e Street fighting man.
Non potete vedermi ma sto facendo la linguaccia.
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