lunedì 3 dicembre 2012

Cody ChesnuTT, Landing on a hundred


In tutta onestà è difficile accumunare il Cody ChesnuTT che nel 2002 fece stropicciare le orecchie a tutta la critica con il suo debutto registrato a casa su un quattro piste  (The headphone masterpiece) e quello che torna, dopo un'attesa di dieci anni con Landing on a hundred.

Già perchè mentre nel primo lavoro Cody metteva in centrifuga hip-hop, r'n'b, skit, rdf e pop qui ci troviamo di fronte ad un clamoroso tributo ai classici black degli anni settanta, a personaggi che hanno contraddistinto un'epoca musicale e sociale, che rispondono ai nomi di Marvin Gaye, Bobby Womack, Stevie Wonder, Al Green e Curtis Mayfield. Operazione condotta di recente con ottimi risultati anche da Aloe Blacc ma che qui, se possibile, si riempie di ulteriore significato, di spiritualità e di richiami alla terra madre dell'Africa (I've been life), in un tripudio di cori, voci doppiate, tastiere e fiati.

Si ha dunque l'impressione che anche le canzoni d'amore (Love is more than a wedding day; Till i meet thee) siano intrise di un'ispirazione molto intima, quasi estranee a concetti terreni e più orientate a qualcosa di superiore. Mentre pezzi come Everybody's brother, dall'introduzione jazzata, fanno pensare ad una sorta di orgoglioso riscatto rispetto al ghetto, alla vita di strada.

Nonostante l'elmetto calato sulla testa di ChesnuTT, questo è un disco che ha spazio solo per d'amore per le good vibes.

7,5/10


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