La stagione scolastica 2011/2012 in famiglia non sarà ricordata come la più tranquilla per Stefano, attraversata come lo è stata da sue intemperanze comportamentali e da un'irrequietudine pressochè costante in classe che alla fine hanno avuto ripercussioni anche sul profitto. E considerato che stiamo parlando della seconda elementare, la prospettiva non è proprio tranquillizzante.
Qui magari sfogo un pò di ansia buttandola sull'ironico, ma chiaramente dover gestire per tutto l'anno (con il supporto delle maestre) questa situazione, seppur con tutte le immancabili rassicurazioni del caso da parte di parenti e amici ("è una fase, passerà"; "massì, son bambini..."), è stata fonte di tensione e preoccupazione.
Però qui, e solo qui, contando sulla vostra discrezione, posso riportare due episodi sui quali ho faticato a soffocare un sorriso, mentre facevo la parte che mi compete redarguendo perentoriamente mio figlio.
Il primo è recentissimo. Nei giorni scorsi il debosciato e teppista ha imbrattato con una scritta un muro laterale della scuola, utilizzando, per fortuna, in luogo della bomboletta spray, il frutto di un albero, che strofinato sul muro lasciava giù un verdastro intenso. Per i più curiosi aggiungo che il soggetto della composizione letteraria aveva a che fare con la "cacca molle". La bravata gli è costata, oltre all'inesorabile nota delle maestre e una punizione da parte nostra, la condanna ad un lavoro "socialmente utile". Su mia proposta alla scuola infatti, ha ri-tinteggiato (con il mio aiuto) il muro imbrattato. Alla fine la cosa, oltre a suscitare le invidie degli amichetti che morivano dalla voglia di usare pure loro il rullo da imbianchino, gli è anche piaciuta.
L'altro episodio, il più incredibile ma assolutamente autentico, si è verificato a seguito di un colloquio che ha sostenuto da solo con una dirigente scolastica. Premesso che noi gliel'avevamo messa giù molto easy e tutt'altro che in prospettiva punitiva, anticipandogli cose del tipo "questa maestra ti chiederà solo come ti trovi a scuola, con i compagni, etc." , e che detta dirigente si pone per natura sempre in maniera molto dolce e materna, la reazione di Stefano ci ha lasciato senza parole.
Uscendo dall'ufficio della dirigente infatti, fissandomi con un'espressione da duro tipo Bruce Willis in Die Hard, indicando con il pollice la porta appena chiusa alle sue spalle, ha sentenziato: "E questa qui dovrebbe raddrizzarmi?"
Lo so, non ci si crede.
però.
RispondiEliminaIo ci credo.
RispondiEliminaMa in classe lo chiamano Dexter? :D
Scherzi a parte... è una fase. Non conosco le vostre dinamiche familiari, ma ti reputo (conosco te) una delle persone più intelligenti e 'pensose' di questa terra. Se saprai accompagnarlo come si deve, magari foraggiandogli la coscienza, ne verrete fuori entrambi nella maniera migliore. So che già lo fai, per questo son convinto sia una fase.
"I bambini son cattivi, non hanno ne coscienza ne limiti. Sei tu che devi farla crescere in loro e porgli dei limiti". Questa non l'ho detta io, ma son convinto sia vera perché mi ricordo di quando ero piccolo e io, t'assicuro, son riuscito a giocare con l'accendino sui tubi dell'ENEL gas all'età di Stefano. Per me era divertente, ma quando ti spiegano cosa causi facendo del male alle cose non tue, cresci e ti senti una merda al solo pensiero... quindi è automatico riuscire a fare di meglio o a non fare certe cose. Noi non siamo cresciuti a carezze, o sbaglio?
Evviva! Un ribbbelle!:D!
RispondiEliminaMannaggia, che caratterino. Noi abbiamo altri tipo di problemi, ma tutti lievi. Da settembre Anita comincia le elementari, e lì penso che le cose si faranno un po' più serie. Anche perché è pigrissima.
RispondiEliminaMi vedo già alle 8 di sera a farle fare i compiti tra pianti e crisi isteriche...
Anche quello è un problema, altrochè Filo...
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