lunedì 14 maggio 2012

Macy's playlist

Macy Gray
Covered up
(429 Records) 2012
















Ho l'impressione che Macy Gray, dopo il promettente debutto, sia un pò uscita dall'olimpo delle cantanti black e abbia intrapreso una prematura parabola discendente. Le ragioni di questo impaludamento potrebbero essere diverse, a mio avviso però ne prevale una, e cioè che Macy pur essendo dotata di una voce particolare appare debole dal punto di vista della personalità e dell'immagine, aspetto cruciale nell'ambito in cui si muove.E di certo in questa condizione non è certo d'aiuto farsi vedere in giro a Sanremo con gente del calibro di Gigi D'Alessio e la Bertè.
Nel tentativo di risollevare le sue sorti l'artista ricorre ad un disco di cover nel quale riesce a spiazzare l'ascoltatore in quanto non seleziona brani della tradizione black ma pezzi pop-rock-indie bianchi che davvero si fatica a credere possano far parte delle playlist sul suo ipod.
Si parte con una versione molto evocativa di Here comes the rain degli Eurythmics, eseguita solo con piano e voce e capace di una suggestione desertica, mistica, pastorale. Anche Creep dei Radiohead si muove su coordinate simili, ma personalmente ne ho talmente le tasche piene di questa canzone che non riesce a scalfirmi.

Un pezzo che non conoscevo è I smoke 2 joints dei The Toyes, irriverente e cazzaro. Sorprendenti sono le scelte di omaggiare i My Chemical Romance, i Metallica e gli Yeah Yeah Yeahs, rispettivamente con Teenagers (riuscita), Nothing else matters (vale lo stesso discorso fatto per Creep, non si capisce il senso di rifare un pezzo strasentito come questo) e Maps (ottima).
Bisogna arrivare alla traccia dodici per scovare un tributo ad un artista dello stesso campo da gioco della Gray. Si tratta del contemporaneo Kanye West e il pezzo è Love lockdown. La chiusura, al netto dei numerosi skit presenti, è per un'altra sorpresa, una gustosa versione caraibica/gospel di Wake up degli Arcade Fire.

Covered up è in ultima analisi un disco anche interessante, ma che già a partire dalla copertina sembra un pò buttato lì, con scarsa convinzione e impegno minimo sindacale, realizzato magari negli scarti di tempo dell'artista puntando tutto sul valore dei pezzi e sulla capacità interpretativa della singer. Un ascolto o due non glielo si nega, ma è facile prevedere una brevissima longevità.


6/10

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