venerdì 2 marzo 2012

Supersize him



Prima o poi Jack Black dovrà prendere atto del fatto che persino John Belushi, al quale il nostro chiaramente si ispira, ad un certo punto della sua purtroppo breve carriera ha cominciato ad accettare ruoli diversi da quelli quelli interpretati in Animal House o The Blues Brothers che l'hanno reso un'icona.
Perchè pur essendo di una simpatia travolgente, Black insiste in maniera fastidiosa su questo personaggio di eterno adolescente infarcito di pop culture (rock and roll, cinema mainstream, fumetti) reiterato in ogni sua pellicola, e questo è diventato un perimetro che dovrebbe cominciare ad andargli stretto, con o senza il conforto degli incassi.
E' talmente esile lo spunto che tiene insieme Gli straordinari viaggi di Gulliver che anche la durata è al limite del minimo sindacale dell'ora e mezza.
Poi. Ci sono i robot, tutto un mondo di miniuomini (e di giganti), i personaggi sono colorati e nettamente distinti tra buoni e cattivi e chiaramente Stefano si è divertito, però, e anche questo è un segnale indicativo, non ha manifestato interesse a rivederlo.

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