Avendo seguito un paio d'anni fa il fallimento della compagnia di bandiera ellenica, sono rimasto in contatto con qualche dipendente ora in mobilità. In particolare con uno, anziano, greco, da una vita in Italia, che ogni tanto passa a salutare.
L'altro giorno, vista la situazione di profonda crisi che sta attraversando il nostro paese, è stata l'occasione per una chiaccherata nella quale mi ha raccontato cosa sta succedendo in Grecia, dove lui torna occasionalmente.
Ebbene le sue storie mi hanno condotto lungo le strade più eleganti della capitale con negozi chiusi, attività in vendita o in affitto, attraverso un tour delle fabbriche dismesse, dei prelievi forzati sui conti correnti e sulle pensioni superiori ai mille euro.
Ma soprattutto mi racconta di come i tedeschi stiano facendo affari d'oro acquistando immobili e imprese a prezzi stracciati. Di come ci vorrà un orizzonte di tempo mostruoso per rialzarsi.
Non so se in qualche modo in lui ci sia un sentimento di rivalsa verso quanti, in Italia, con il premier che diceva che eravamo messi meglio della Germania, parlavano del suo paese con sufficienza ed ora sono davanti ad un analogo baratro, di certo mentre raccontava ho avvertito un'intenso legame con le sue storie e ho registrato in maniera molto netta la sensazione che non c'è niente come le difficoltà per avvicinare persone e popoli.
Vedremo. I Greci sono rimasti un "passo indietro"(in senso positivo), non hanno fatto in tempo a chiudersi nel loro egoismo,lo "sfrenato benessere" è durato troppo poco. Sui miei connazionali, per quanto drammatica sia la situazione, nutro ben poche speranze
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