mercoledì 10 agosto 2011

The Captain








Ho sempre vissuto con un certo imbarazzo la mia passione per Capitan America. Eh sì, perchè tra i mille lati positivi che ha comportato avere un papà comunista, il fatto di apprezzeare un super-eroe che si è fatto un costume con la bandiera a stelle e strisce dello stato imperialista per eccellenza sicuramente costituiva,in termini di rapporti, un elemento di disturbo. Parto da qui per spiegare il grande malinteso riguardo Cap. E' vero, il personaggio è nato (dalla fantasia di Joe Simon e dalle matite del Re Jack Kirby) quale strumento di propaganda della potenza militare americana durante la seconda guerra mondiale, ma col tempo, e in particolare nei settanta, grazie al lavoro di un team creativo indipendente, il Capitano incarnò lo smarrimento e il disgusto di tanti americani di fronte alle azioni del governo (in ambito di politica interna ed estera) arrivando addirittura ad appendere il costume/bandiera al chiodo perchè quei colori non avevano per lui più senso. Da lì Steve Rogers (l'uomo dietro la maschera) più che governo ed esercito ha incarnato gli ideali del sogno americano, che l'hanno portato spesso in conflitto con l'establishment USA, fino al drammatico epilogo della Civil War.

La premessa mi sembrava importante per arrivare al film di Joe Johnston nel quale,una volta tanto, la collocazione temporale della trasposizione è fedele a quella originale (cosa che non è accaduta per tutti gli altri eroi, nati agli inizi dei sessanta e trasportati sul grande schermo ai giorni nostri), siamo infatti nel 1941 quando Steve Rogers, gracile ed emanciato, nonostante il suo grande spirito patriottico viene respinto a tutte le visite di leva alle quali partecipa, fino a quando viene notato dal professor Erskine (interpretato dal sempre ottimo Stanley Tucci) che gli propone di sottoporsi ad un esperimento...

Quello che fa di Captain America, Il primo Vendicatore, un prodotto credibile è che si prende tutto il tempo che serve (circa metà film) per descrivere bene quanto serve il contesto storico e approfondire i personaggi. Nell'ambito della propaganda, è efficace anche l'intuizione di usare Cap come ragazzo immagine nei musical dell'epoca, nei quali sponsorizza l'acquisto dei titoli di stato e di mostrare il successo dei fumetti a lui dedicati. Solo al culmine di questi eventi, quando, da star qual'è, viene mandato a sollevare il morale delle truppe dislocate all'estero (nel caso, in Italia), di fronte agli effetti reali della guerra, acquisisce consapevolezza del suo vero ruolo nel conflitto.

Naturalmente c'è spazio per le scene d'azione, ma anche per l'ironia e il cameratismo, grazie al ruolo di Bucky (che nei fumetti era l'analogo di Robin con Batman mentre qui è un semplice soldato amico di Steve) e della squadra formata da Dum Dum Dugan e soci (identici alle stripes). Congrua anche l'interpretazione del Teschio Rosso da parte di Hugo Weaving, mentre Tommy Lee Jones è talmente abituato ad interpretare militari che secondo me si porta l'uniforme anche a casa. La minaccia della storia è costituita da un antico manufatto, il cubo cosmico, protagonista nei comics di una delle più belle saghe di Jack Kirby, e qui ridotto a generatore di una potentissima energia.

Accantonata la sorpresa di vedere nei panni di Steve Rogers Chris Evans, lo stesso attore che ha interpretato la Torcia Umana dei Fantastici Quattro (credo che questo escluda altri episodi della saga dei quattro o quantomeno un ipotetico team-up tra loro e il Capitano), forse anche per la peculiarità del soggetto, Captain America è alla fine uno dei film tratto da un fumetto Marvel più riuscito, sia sotto l'aspetto della fedeltà con il personaggio, che per quanto concerne la tenuta complessiva della storia.

Doveste vederlo al cinema, restate in sala fino al termine dei titoli di coda, come ormai sempre più spesso accade, un breve epilogo è piazzato proprio lì. Seppur a piccole dosi rispetto ai comics, anche nei suoi film la Marvel sta inserendo il principio della continuità. In questo caso il collegamento è con le pellicole di Iron Man e Thor.





P.S. Nonostante abbia dovuto precedere la visione del film da una breve spiegazione su cosa era vero (la guerra, i nazisti, il ruolo degli USA) e cosa inventato (tutto il resto)Stefano è comunque riuscito a divertirsi, soprattutto con la seconda parte del film e con l'epilogo di cui sopra, tanto che uscendo ha voluto sapere se per caso nelle strade si trovassero ancora bidoni della spazzatura con i coperchi che si potevano impugnare a mò di scudo, come faceva Steve all'inizio del film.

Nessun commento:

Posta un commento