venerdì 26 agosto 2011

Back in black

Di norma, al cospetto di certa gente, la cosa migliore da fare è ignorarla per non concedergli nemmeno quel poco di visibilità che deriva da una chiaccherata con gli amici o da un post in rete. Il problema è che le cronache delle gesta di questi qui sembra ti perseguitino.
"Questi qui" sono il partito nazionalista del popolo italiano, il più recente tentativo di far rinascere il partito fascista in barba alla costituzione e alla legge 645/52 (legge Scelba). Tentativo, badate bene, favorito dal clima generale del paese e dai numerosi atti preparatori, alla luce del sole o a fari spenti, orientati ad abolire le norme di cui sopra (ci sono siti, gruppi su facebook, colpi di mano in parlamento: l'ultimo in ordine di tempo è del senatore De Eccher, ad aprile) e magari la festività della Liberazione.

Ma dicevo della volontà di ignorarli. Uno ci prova, eh. Ci prova davvero. Poi però compra il giornale e legge che a settembre questi qui vogliono fare una marcia su Genova con le camicie nere, apre le edizioni on line dei quotidiani e scopre che insultano e minacciano di morte un giornalista di Repubblica, ascolta il loro portavoce (alla trasmissione di radio24 La Zanzara) annunciare la candidatura alle elezioni con tanto di programma elettorale (perseguire gli omosessuali, "allontanare coattivamente" fuori dal territorio nazionale e confiscare i beni a tutti i "non italiani") e affermare che il partito è nato su diretta richiesta di Berlusconi (probabilmente una baggianata che però non è stata nè ripresa nè smentita da nessuno).

Capite bene che diventa impossibile non porsi delle domande (ma, esattamente, quand'è che interverranno magistratura e forze dell'ordine?) e, pur riconoscendo la demenzialità della cosa, scacciare uno strisciante senso di inquietudine...

1 commento:

  1. Condivido la tua inquietudine, visto quello che sta succedendo e fin dove è arrivata la Lega, direi che c'è poco da fare i vaghi...

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