Da bambino ero affetto da allergia. Non di tipo stagionale, come il classico raffeddore da pioppi, ma una reazione ad alcuni elementi domestici. Nei settanta la cosa era un pò meno comune di quanto lo sia adesso, perciò prima di capire come prenderla (i classici test allergologici che si fanno sull'avambraccio) ho dovuto girare un pò di medici e ospedali, finchè, trovato quello giusto, mi sono vaccinato e pur non guarendo l'ho tenuta sotto controllo.
Essendo queste patologie ereditarie ero abbastanza preparato al fatto che anche Stefano potesse soffrirne. Così puntualmente è stato. Ma, mentre a me,da bambino, nei momenti acuti venivano terribili attacchi d'asma, lui ha un problema stagionale (primavera/estate è il semestre assassino) che gli provoca una fastidiosissima congiuntivite. Le conseguenze oltre che fisiche sono anche...sociali, visto che uscire in questi giorni di piumini svolazzanti equivale ad un mezzo suicidio e perciò, nonostante le belle giornate, siamo costretti a ridurre drasticamente la permanenza all'aperto.
Non finisce qui purtroppo. Da un paio d'anni a questa parte ho cominciato a soffrire di rinite nei periodi di fioritura delle piante. Mi sembrava incredibile che alla mia età potessi sviluppare inedite forme di allergia e inoltre mi sembrava di avere già dato.
Il mio medico mi ha invece confermato che la cosa era più che possibile, e infatti, a test completati, ne ho avuta certezza. "Non c'è limite d'età per queste cose". Forte eh?
Quindi adesso io e Ste siamo entrambi acciaccati, lui con gli occhiali da sole anche a tavola che mi pare Giole Dix quando fa l'incazzato, io sepolto dentro una montagna di fazzoletti come una recente pubblicità televisiva di uno spray nasale. Ci dividiamo anche il rito serale dell'antistaminico: dieci gocce lui, venti io.
Non ne sono sicuro, ma credo che non fosse esattamente questo che avevo in mente quando pensavo a condividere più cose possibili con mio figlio...
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