lunedì 11 ottobre 2010

Qualcuno normale?





Fabri Fibra
Controcultura
Universal, 2010


Ricordo di aver visto un documentario tempo fa. Spiegava cosa avesse rappresentato per la cultura americana dei cinquanta la rivoluzione del rock and roll. In particolare mi è rimasta in mente la ripresa di una lezione universitaria, dove il professorone di turno strappava risate ai presenti ironizzando sul significato di testi che avevano passaggi come "tuttifrutti awrutti" o "bebobalula shesmybabe". Oggi appare impietoso evidenziare il limite di apertura mentale di certi tromboni che rappresentavano solo una cultura borghese d'elite, eppure anche nel 2010, ogni tanto ci ricaschiamo. Quel documentario mi è infatti tornato in mente ascoltando le reazioni sdegnate di molti (che probabilmente ascoltano la musica come bevono il caffè al bar, col mignolo alzato) riguardo a Vip in trip. "Ma come, ti piace quella roba? Ma che testo è perepequaqua?!?". Beh, non solo mi piace, ma lo trovo micidiale, e non riesco a cacciarlo dalla testa (come si evince da questo post e relativi commenti ) e secondo me se levaste quella scopa che avete in culo, piacerebbe anche a voi.

Fabri Fibra is back. E finalmente torna a fare sul serio.Dopo la lunga gavetta e il successo di Bugiardo (Applausi per Fibra) infatti, le sue produzioni avevano cominciato a mostrare la corda e a dare segni di ripetitività/stanchezza creativa, patologia del resto piuttosto comune nell'ambito delle carriere dei rapper. In Controcultura invece lo si capisce immediatamente che si respira un aria diversa. Già a partire da 6791, la prima traccia: enfasi nei bassi e scenari vagamente ossessivi ("la prima volta che ho sentito la parola paranoia/ero già in paranoia"). Poi ancora molto bene con Escort ("anagramma di sterco"), irriverente carrellata sui nuovi vizi italiani (non a caso, tra gli altri, sono citati Noemi Letizia e Corona).

E' bello caldo il Tarducci, non si fa pregare per smerdare ad aerografo nani e ballerine che popolano il desolato panorama di questa Italietta del terzo millennio. E se gli strali arrivano anche da un artista che politicizzato non lo è, e non lo è mai stato, significa che la misura è davvero colma.

E' in questo ambito che si colloca anche Qualcuno normale, innescata da una metafora che subito dà il senso del pezzo: " Cammino sempre con le spalle al muro / E' scomodo / Come un politico sta con Marco Travaglio in culo" che si avvale tra l'altro di un riuscito featuring di Marracash.

Tornando a Vip in trip, noto che, curiosamente è l'unico brano di tutto il disco che ha una strofa bippata (la censura copre "perchè ho paura di prendere l'Aids!", riferito alle ragioni del presunto rifuto di Fibra di fare sesso con Laura Ch...), mentre per tutto il resto del lavoro arrivano bordate a destra e manca senza troppa cautela. C'è poco da fare, è il classico singolone irresistibile, come come del resto è riuscito il relativo video, tributo ai Clash di Rock the Casbah.

Ottime anche + o -, classico Fibra's style, il riempipista Tranne te, Insensibile, In alto ("tutti vogliono che ti trovi un lavoro / come quello che hanno loro"), Troppo famoso e Rivelazione con un irresistibile featuring finale di...Topo Gigio. Non mi convincono appieno invece Tre parole, Le donne e Spara al diavolo.

Non so se attualmente Fabri Fibra sia davvero il miglior rapper su piazza. Di certo è quello che vende con più costanza (non dimentichiamo che il rap, questo rap, è anche un fenomeno commerciale di massa) e tra tutti, è forse quello che cerca con maggior determinazione una via personale, tutta italiana a questo genere, raggiungendo in scioltezza gli obiettivi di divertire, nel senso letterale del termine, e di far uscire un pò di pus dalle ferite della nostra società.

La cosa più vicina alla versione 2.0 di un cantautore. Però non diteglielo, che s'incazza.




3 commenti:

  1. però son secondo me vere due cose:

    il perepequaqua è irritante e chiude un ritornello che già di per se esprimeva concetti che anche un bambino troverebbe sciocchini. non c'è nulla di male (io scrivo canzoni d'amore, essenzialmente), basta non atteggiarsi a grandi provocatori che si immolano su un qualche altare di purezza contro tutti gli ipocriti.

    l'accusa di snobismo è la via più comoda per rispondere chi critica fenomeni di massa o innalza quelli più underground. non regge.

    Mau

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  2. Scusa, sciocchino e irritante tipo
    obladì obladà / life goes on, o
    di più?

    Mi rendo conto che a volte è vero che "parlare di musica
    è come ballare d'architettura":
    perchè non esiste oggettività in questa materia,
    o perlomeno ne esiste poca,
    sennò potremmo stare qui delle ore a disquisire se
    abbia più dignità lo "sha la la la la la la lallalla" di Bruce o il
    "perepequaqua" di Fibra.

    Io mi limito a sostenere che a volte un pezzo funziona
    (o non funziona) a prescindere
    (o nonostante) gli artifici usati
    nel ritornello. Ce lo insegnano
    il rock and roll, i beatles, i beach
    boys, i ramones e perfino neil young.
    Ora, in questo senso, secondo me Vip in trip funziona.
    Secondo altri no.
    E perchè non funziona?
    Perchè perepequaqua è banale.

    Io in questo, se non snobismo, ci vedo
    della prevenzione nei confronti di
    uno che ci sta sul cazzo.
    Che va bene, eh.
    Ma allora va detto a prescindere,
    mica per il pappaaparaparapappapara.
    Fabri Fibra fa cagare.

    Sennò torniamo a quelli che sostenevano una canzone come tuttifrutti awrutti, con un testo
    così, non poteva avere futuro.

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  3. aspè, per me tu puoi pure fare un pezzo coi rutti (anzi, bella idea) basta che non ti atteggi a pensatore o fustigatore. tutto lì il mio concetto.
    se diamo peso a questi otteniamo solo di abbassare ulteriormente la media. per me eh
    Mau

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