Chi sono io per permettermi di fare lo stronzo con la più grande rockstar messicana di tutti i tempi? Tra l'altro mi sta enormemente simpatico il personaggio Carlos Santana: la sua spiritualità, la sua serenità, il suo essere in pace con l'universo (oh cribbio non ho citato la sua musica).
Perciò anche se ha voluto tornare ragazzino e togliersi lo sfizio di fare un disco con sonorità hard-rock ed è venuto fuori un prodotto scontato e bruttino, già a partire dalla copertina, autocelebrativa e da cestone delle offerte in autogrill, perlopiù riempito di brani-totemici (Whole lotta love; Smoke on the water; Sunshine of your love; Little wing) reinterpretati paro paro,fatta eccezione per la costante presenza di un tappeto di (fastidiossimi) bonghi e percussioni tribali varie, nel quale si salva solo una versione hip hop (featuring Nas) di Back in black degli AC/DC, non gliela posso mica far pesare più di tanto.
Però. Va bene il rispetto, ma pretendere anche che una clamorosa paraculata come Guitar Heaven possa anche piacere, è tutto un altro discorso...
Carlos Santana povero lui è noiosissimo...
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