lunedì 6 settembre 2010

Shrek ever after


Probabilmente la differenza commerciale più evidente tra i i cartoni della Disney Pixar e quelli della Dreamworks è che i tipi dell'azienda di Spielberg e soci quando hanno una buona idea la sfruttano fino all'osso. E l'orco Shrek è stata all'inizio un'ottima idea, una strepitosa intuizione. Il rovesciamento impertinente di tutti i clichè delle favole classiche. Re, principi, fate madrine che diventano perfidi. Orchi e draghi protagonisti positivi. Il gioco ha tenuto bene per i primi due episodi, che metto praticamente sullo stesso piano, mentre ha dolorosamente collassato per il terzo.


Lo spunto al quale si sono aggrappati quelli della DW per sfornare il quarto, è quello che impedisce ad una saga che non ha più nulla da dire di affondare, uno dei più abusati nel mondo dei comics seriali, l'unico possibile a questo punto. Quello cioè di fare un bel what if, vale a dire un racconto slegato dalla continuità narrativa dei personaggi e sbizzarrirsi a piacimento.
E beh, la cosa funziona abbastanza, anche se si sacrifica la peculiarità di Shrek, quella di prendersi gioco delle fiabe canoniche. Qui l'orco verde è un eroe con tutti i crismi, abbastanza convenzionale e brandizzato.
Fatti i conti con questo, il film risulta anche divertente, dinamico e spensierato.



Il fondo è grattato, non dovessero fermarsi, si comincerebbe a scavare.

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