I corsi sulla sicurezza aeroportuale che dobbiamo sorbirci ogni anno sono una lagna terrificante. Basati sulla paranoia e la delazione, cercano di fare dei dipendenti degli agenti dormienti, pronti a scattare alla minima anomalia (tipo un gatorade dal colore insolito - cazzo, i gatorade hanno solo colori insoliti! - in mano ad un bambino).
Ma se possibile, gli istruttori che li tengono sono ancora più insopportabili della materia che trattano. Tutti a modino e perfettini nella loro divisa aziendale splendidamente indossata, sono talmente presuntuosi ed egocentrici che dopo un secondo di lezione già cominciano a parlare di se stessi. Di come in aeroporto conoscono tutti, delle loro amicizie altolocate, della loro vita lavorativa, delle loro esperienze, di quanto sono appassionati a ciò che fanno, di storie che sanno tanto di leggende metropolitane, di come si comporterebbero loro al posto nostro e via discorrendo.
Una roba che metterebbe a dura prova la pazienza di un monaco tibetano.
In più di un'occasione, in perfetto stile Six Feet Under, mi sono alzato e gli ho urlato "ma vaffanculo, vah, e quando è troppo è troppo, minchia, hai veramente rotto i cogliooniii!!!", restando seduto in silenzio al mio posto.
All'anno prossimo.
Quelli che fanno i corsi aziendali sono tutti così. A malapena san far di conto e lo sanno benissimo, ma dagli il compito d'istruirti o valutarti su qualcosa e mettono su la spocchia...
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