lunedì 21 giugno 2010

Vivere e morire a NY

Non ho mai avuto modo di scrivere una recensione appropriata de La 25a ora, di Spike Lee, e non lo farò nemmeno oggi.
Ho appena finito di rivederlo e ho maturato la convinzione che ormai questa pellicola di Spike Lee ha raggiunto la condizione dei grandi classici, quelli che quando li guardi, fossero anche le due di notte, non riesci proprio a scollarti dal televisore per assistere ai momenti più intensi della storia.
Non mi meraviglia, a mio avviso La 25a ora ci nasce instant classic, con i suoi riferimenti al melting pot newyorkese, al post undici nove, alle paure, alle ipocrisie, alla vera essenza delle relazioni socio-familiari.

Non mi vergogno a dire che ogni volta che assisto a quest'opera arrivo alla fine del film piangendo un liberatorio pianto a dirotto.
Da un punto di vista più oggettivo, pur non essendo un esperto di tecniche cinematografiche trovo che questa pellicola offra numerosi spunti di classe e diverse scene d'antologia, oltre a sontuose prove di recitazione di Edward Norton (Montgomery Brogan, il protagonista) Barry Pepper e Philip Seymour Hoffman (gli amici Francis e Jacob), Rosario Dawson (la fidanzata Naturelle)e Brian Cox (il padre).
Ne posto qualcuna per chi già lo conosce, e invito chi ancora dovesse vederlo a lasciar perdere questi estratti e recuperarlo asap (as soon as possible).

Il monologo



Il "favore"



La venticinquesima ora

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