mercoledì 23 settembre 2009

Monty's 115th dream

Beh, sì, a posteriori devo ammettere che forse avevo un pò esagerato. Ma la giornata era stata davvero tremenda, ero stato sommerso da quintali di problemi altrui, ero esasperato e fuori di me. In quei casi, quando finalmente salgo in auto per tornare a casa, non posso fare a meno di sfogarmi mettendo su heavy metal a volume talmente alto da far vibrare le portiere della Clio, e guidare violando tutti i limiti di velocità presenti sul percorso.

E' un pò primordiale, lo so. E immaturo. E pericoloso. Ma, per usare una battuta di Guzzanti/Funari, è anche "tanto libberatorio..."
Perciò sono lì che sfreccio a 75 all'ora in un centro abitato mentre ascolto War Nerve dei Pantera, con Phil Anselmo che più che cantare sta cercando di fondere il microfono a forza di urla, quando vedo la paletta della stradale che mi fa segno di accostare. Beh, in una giornata di merda come questa mi sembra l'epilogo più consono possibile.

Manco fossi Homer Simpson, mi metto a discutere con il mio cervello. Lui mi dice "abbassa il volume prima di fermarti", io dico "fanculo". Così mi fermo facendo stridere le gomme. Abbasso il finestrino, la musica è così forte che il cappello dell'agente quasi gli cade dalla testa.

"Patente e Librettooooo" urla lui sopra il frastuono. Glieli passo con un ghigno tra la strafottenza e la rassegnazione. Si allontana con i miei documenti, immagino per fare un controllo. Tutto il centro del paese sta ascoltando Drag the waters, la traccia numero tre di The great southern trendkill: il suono copre perfino le campane della chiesa.

Ecco che torna il poliziotto. Lo guardo in faccia, è giovane, i tratti del viso non stanno bene con la divisa, sembra uno capitato lì per caso. Mi aspetto che mi arresti per una mezza dozzina di reati. Invece mi restituisce i documenti e mi dice che posso andare. Non credo alle mie orecchie, resto qualche istante con le carte in mano e la bocca spalancata.

Lui fa un paio di passi verso l'auto di pattuglia, poi torna indietro, mi fissa dritto negli occhi e mi dice: "i Pantera mi piacciono fino a Far beyond driven, poi sono diventati troppo autocompiacenti. Non lo senti come sbraca Anselmo? E i riff di Dimebag, Dio l'abbia sempre in gloria? Prendi Walk o Mouth for War: devastanti ma pulitissimi, in The great southern trendkill invece si perdono, si banalizzano, dentro tutta quella potenza senza controllo. Una bella fortuna averli visti dal vivo quando erano i migliori, a Milano nel novantacinque".

Senza aggiungere un'altra parola, si gira e se ne va. Io mi sento all'improvviso svuotato di ogni energia o forza di reazione. Quasi per inerzia stoppo la riproduzione del ciddì, lo tiro fuori e inserisco The best of Gerry Mulligan with Chet Baker. Abbasso il volume, parto a velocità "gita domenicale" e percorro gli ultimi chilometri che mi separano da casa formando una coda di automobili strombazzanti alle mie spalle.

10 commenti:

  1. Ahahahah! Quasi non ci si crede! Niente ammazza la ribellione come qualcuno che le dà retta

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  2. Incredibile!|
    Se avessi visto questa scena in un film avrei detto: "Seee. Queste cose nella realtà non succedono mica".
    E invece...
    Bella lì.

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  3. D'altronde Oscar WIlde diceva: "La natura imita l'arte"...

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  4. Gente, la storia è di fantasia (o almeno lo è nella sua parte più
    inverosimile)...
    La chiave di lettura è nel titolo
    del post :-)

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  5. e io, ovviamente, non l'avevo capito.

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  6. soprattutto perchè, ricordatevelo, la realtà supera sempre, e di gran lunga, la fantasia.
    basta pensare a chi ci comanda...

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