domenica 30 agosto 2009

La ragazza che giocava con il fuoco


Secondo capitolo della Millennium Trilogy di Stieg Larsson.
I due protagonisti principali del cosmo dell'autore svedese, con una mossa che dimostra un'eccezionale scaltrezza narrativa, vengono separati.
L'uno (il giornalista Michael Blomqvist) a gestire una delicatissima inchiesta sul traficking, la tratta di giovani donne dell'est obbligate a prostituirsi in Svezia, e l'altra (Lisbeth Salander) che cerca a suo modo di mettere ordine nella sua vita. Non penso di svelare troppo se dico che presto le due storie di intersecheranno, andando a scavare a fondo (ma non troppo, c'è pur sempre un terzo volume da leggere!) nel passato della giovane Salander.

Con questo secondo romanzo, Larsson si cala molto più del primo del canovaccio standard del thriller di stampo americano. L'originale libro di denuncia/noir calato nella società svedese dell'esordio resta un pò ai margini, qui l'universo dello scrittore si popola di nuovi personaggi: sbirri buoni e cattivi, la criminalità organizzata, gang di motociclisti, servizi segreti, spie, ambiziosi pubblici ministeri, giovani giornalisti idealisti, ex pugili e persino un killer implacabile in stile golem e si muove sui binari della caccia all'uomo, confondendo però le acque in merito a chi sia preda e chi invece cacciatore.

Il ritmo è comunque buono, e anche questo volume (di quasi 800 pagine) si divora, ma insomma, si preferiva la Lisbeth vittima/carnefice di Uomini che odiano le donne, piuttosto che l'angelo vendicatore dark di questo seguito. E, davvero, il cattivo inarrestabile che per una particolare patologia non sente dolore alcuno è roba da romanzetto serie zeta. Ma è solo una mia opinione, diversi lettori hanno addirittura preferito La ragazza che giocava con il fuoco, a Uomini che odiano le donne.


Chiudo raccontando un paio di storie che ho casualmente raccolto negli ultimi tempi, riguardo il mondo creato da Stieg. La prima è di un paio di mesi fa. Chiaccherando con un dirigente della società che gestisce degli aeroporti di Milano a margine di una riunione, è venuto fuori che la domanda di biglietti aerei per la Svezia negli ultimi tempi, a seguito del successo riscosso dalla trilogia, è aumentata esponenzialmente, tanto che le compagnie aeree hanno fatto domanda di incrementare gli slot (gli spazi aerei di entrata e uscita da un aeroporto) un pò da tutta Italia per la Scandinavia.

La seconda viene da un articolo che leggevo qualche giorno fa su Repubblica, nel quale si riportava che siamo arrivati alle gite organizzate ad uso e consumo di turisti internazionali, per visitare i luoghi, le strade, i bar e persino le case che nella trilogia fanno da sfondo alle avventure di Blomqvist e della Salander.

Questi segnali danno in qualche modo una precisa idea di quanto profonda sia, a cinque anni dalla morte di Larsson, la traccia lasciata nei lettori da parte dello sfortunato giornalista/scrittore nordico, e probabilmente rendono superflue altre riflessioni riguardo al valore letterario dell'opera.

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