Aspettavo con una certa curiosità di vedere il primo film sceneggiato appositamente per il grande schermo da James Ellroy. La notte non aspetta (Street Kings in originale)contiene tutti gli elementi tipici dell'universo Ellroyano. La location losangelina e la relativa corruzione della LAPD, violenza, desolazione, il poliziotto solitario che cerca di annegare i propri demoni in missioni solitarie al limite del suicidio, le indagini della commissione interna, un omicidio che non è quello che sembra.
Peccato però che a differenza dei suoi racconti, che in qualche caso considero alla stregua di romanzi storici, il tutto sia annacquato in una storia banale e prevedibile, dai dialoghi imbarazzanti e la regia fiacca, con un cast di attori talmente svogliati che manco ci provano a sollevare le sorti del film.
Passi per Keanu Reeves, dal quale non mi aspetto mai granchè, o per Hugh Laurie (il Dottor House del serial TV omonimo) che sembra non capire dove si trova tanto è spaesato, ma davvero in vita mia non ho mai visto recitare così male Forest Whitaker.
A pochi giorni dall'uscita dell'attesissimo nuovo romanzo di Ellroy, scaccio via con inquietudine il pensiero che il mio scrittore preferito, il geniale autore della quadrilogia di LA, de I miei luoghi oscuri, del monumentale American Tabloid, e prima ancora, della trilogia di Hopkins il pazzo, nonchè di una serie impressionante di personaggi indimenticabili, abbia perso per sempre il suo tocco.
Provaci ancora, James.
W.U.T.I. OF: Yo La Tengo, And then nothing turned itself inside out
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