Una bella sorpresa, questo Una notte da Leoni ( The Hangover in originale) arrivato nelle sale in punta di piedi e apprezzato in misura sempre crescente grazie al passaparola.
La storia è quella dell’addio al celibato, festeggiato a Las Vegas, di un gruppo di tre amici più uno (il futuro cognato dello sposo). La composizione dei caratteri è da manuale, il bello e sfrontato, il timido e impacciato, il bravo ragazzo e ... l'innocuo sociopatico. Li seguiamo al loro arrivo a Las Vegas, e assistiamo al loro brindisi a base di Jagarmeister in cima al Ceasar Palace, poi siamo testimoni del loro risveglio il mattino dopo, all'interno di una suite devastata, senza alcun ricordo della notte appena trascorsa, con in stanza qualche ospite indesiderato in più e il futuro sposo in meno.
La storia è quella dell’addio al celibato, festeggiato a Las Vegas, di un gruppo di tre amici più uno (il futuro cognato dello sposo). La composizione dei caratteri è da manuale, il bello e sfrontato, il timido e impacciato, il bravo ragazzo e ... l'innocuo sociopatico. Li seguiamo al loro arrivo a Las Vegas, e assistiamo al loro brindisi a base di Jagarmeister in cima al Ceasar Palace, poi siamo testimoni del loro risveglio il mattino dopo, all'interno di una suite devastata, senza alcun ricordo della notte appena trascorsa, con in stanza qualche ospite indesiderato in più e il futuro sposo in meno.
Oltre al gruppo affiatato di attori protagonisti e un contorno di strambi personaggi , da segnalare la partecipazione della mia amata Heather Graham e un cameo di Mike Tyson.
Da una traccia abusatissima dalla cinematografia trash americana, il regista Todd Philips tira fuori e dirige una storia originale e avvincente, un film che gioca con la black comedy e i meccanismi del poliziesco, avendo l’originalità di ricostruire passo passo i misteri della notte trascorsa dai quattro senza ricorrere allo strumento abusato del flashback, come invece sarebbe stato prevedibile aspettarsi (beh in realtà tutto il film è narrato in flashback, quello che intendo dire è che non ne parte uno ogni volta che viene svelato un elemento che va a formare il quadro generale degli eventi nascosti allo spettatore).
Davvero irresistibili e geniali infine i titoli di coda: impossibile alzarsi dalla poltrona fino a quando il nero non si riprende il suo posto sullo schermo.
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