giovedì 14 maggio 2009

Back to the stone age


La lotta delle major alla pirateria informatica, finalizzata all'acquisizione illegale di film e musica, segna diversi passi all'indietro. Dopo che, in una convention mondiale del settore si era ammessa l'inutilità delle sanzioni economiche contro gli utenti che scaricavano files attraverso il p2p, e si era valutata l'opportunità di imporre una tassa alle connessioni veloci o di trattare la musica alla stregua di un servizio di frnitura elettrica o di una pay-tv (paghi un tot al mese e scarichi ciò che vuoi, idea che è costata la poltrona di manager alla Sony a Rick Rubin) , si è rapidamente tornati all'antico. Anzi ancora più indietro.

Prima è arrivata la sentenza Danese, che ha condannato al carcere i responsabili di un noto sito di condivisione di files, e poi l'indirizzo del governo francese (multe salate e sospensione della linea internet), assediato dalle richieste delle major.

Cerchiamo di capire il problema. Cioè lasciamo perdere per una volta il solito discorso che ai tempi d'oro le major ci hanno trattato letteralmente come polli da spennare più e più volte, alla fine l'industria discografica significa anche posti di lavoro, e c'è qualcosa di ipocrita nel far finta di non vederlo. Oltre alle drastiche riduzioni di personale nelle etichette storiche e le fusioni con altre major, c'è stato il micidiale effetto domino delle chiusure dei negozi di musica, i piccoli esercizi prima e le grandi catene poi. Chi resiste è perchè ha potuto diversificare l'offerta.

E' però altresì evidente come, nel tempo, le sanzioni amminitrative o addirittura penali non abbiano sortito effetto alcuno. E' come cercare di svuotare il mare con un ditale.
Più opportuno (e intelligente, ed efficace) sarebbe far imporre dai governi, ad esempio, un euro di tassa su tutte le connessioni veloci vendute, un pò come si fa per altri settori in crisi. Vi siete mai chiesti perchè le tasse del biglietto aereo sempre più frequentemente costano più del biglietto stesso?

Certo, ci si scontrerebbe con la resistenza degli operatori del settore, ma quante connessioni veloci venderebbe Fastweb se i suoi utenti smettessero di scaricare illegalmente film e musica?

Alla fine credo che con un'azione congiunta e davvero determinata questa soluzione sarebbe praticabile. Invece si preferisce mettere alla gogna il ragazzino beccato con le mani in rete e sperare che gli altri miliardi di suoi simili si impressionino e spengano il computer.

In ultima analisi parrebbe proprio che a livello di ottusità, egoismo e ipocrisia, gli utenti abituali dei p2p stiano in buonissima compagnia.

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