La mia sorella maggiore è candidata sindaca, nelle liste unitarie di Rifondazione/C.I., in una cittadina in provincia di Milano. Purtroppo le possibilità che venga elette sono nulle, visto che anche lì si attende con rassegnazione l'onda lunga della destra. Venerdì scorso, per sostenere la sua candidatura e per doveri di tour elettorale, all'interno di un dibattito con i cittadini, era presente Diliberto.
Ha parlato una mezzoretta con grande capacità comunicativa, davanti ad un pubblico un pò sparuto ma adorante. Tema centrale del suo discorso, Silvio Berlusconi, con qualche frecciata al PD. Nemmeno una parola sui programmi per la città in cui era ospite , o su quelli della lista per il parlamento europeo.
C'è qualcosa che non torna, mi sono detto. Non abbiamo mica bisogno di essere convinti di quanto il cavaliere sia un'anomalia per la democrazia, e del pericolo di deriva autoritaria che stiamo vivendo, magari necessitiamo invece di essere convinti su perchè dovremmo votare una lista di sinistra piuttosto che un'altra (perchè nessuno parla della laicità come valore, per esempio?) o in qualche caso di essere addiruttura persuasi ad andare al seggio.
E' tremendamente difficile fare opposizione durante questa interminabile luna di miele degli italiani con il caimano, ovviamente me ne rendo conto, però accidenti quanto è forte la sensazione che ci stiamo mettendo tantissimo anche del nostro, che ci stiamo in qualche modo adeguando al ruolo di quelli che abbaiano alla luna, in attesa che qualcuno ci tiri una vecchia scarpa per scappare via a nasconderci.
Ma soprattutto dov'è finita la sinistra? Ha ancora senso parlare in termini di destra e sinistra? O significa cadere nella trappola del caimano?
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