Sono nella mia fase (ciclica) Bob Marley. Non sono esattamente un fan del compianto singer giamaicano, ma di tanto in tanto la musica che ascolto completa il suo giro e torna a lui.
Allora per qualche giorno non riesco ad ascoltare altro. E' come se mi sintonizzassi esclusivamente su quel sound, il reggae dell'anima si impossessa del mio cuore e della mia mente, mi sembra di non voler altro dalla vita che il battito in levare di Marley e della sua cricca.
Se in passato avevo adorato i dischi degli esordi, Burnin' e Catch a fire, quando il suono non era ancora quella oliatissima macchina da soldi degli album più commerciali, adesso sto mandando in loop Confrontation, che è splendidamente dub oriented, e il mega blockbuster Exodus, che è praticamente un greatest hits, tanti sono i pezzi stranoti che contiene.
Preso da questa mia trance musicale, non posso che approvare le parole di Manu Chao, che, riferendosi all'arte del giamaicano, la definiva come una medicina dell'anima, e Bob Marley come un dottore. Il dottore.
Nessun commento:
Posta un commento