domenica 21 settembre 2008

Il ritorno della pantegana

Come ho già avuto modo di scrivere, non ricordo se qui o altrove, la progressiva e inarrestabile sfericità della mia panza mi ha spinto a trovare un'attività fisica da svolgere con una minima continuità, e visto che gli sport che normalmente si fanno a scopo rimessaggio (footing, nuoto, bici) mi annoiano e considerato che la squadra di calcetto degli amici storici si è ritirata, sono riuscito ad inserirmi (grazie a mio cognato che fa l'allenatore/giocatore) in una squadra di calcio a sette, nella quale mi limito ad allenarmi, ogni mercoledì (ho pensato che i dirigenti della squadra siano tutti milanisti, visto che mercoledì è giorno di champions...), auto escludendomi in partenza dagli impegni di campionato la domenica mattina.

Riprendere dopo tanto tempo un'attività di questo tipo ha risvegliato in me vecchie sensazioni sopite, alcune positive, altre meno, mettendomi in un certo senso di fronte ad una piccola sfida con quello che è la mia personalità, il mio carattere, il mio modo di rapportarmi agli altri.

E' strano tornare a giocare a calcio appena dopo aver toccato i 40, dopo più di quindici anni di asettico calcetto, con tutte le differenze del caso: l'odore dell'erba (per quanto giallognola e striminzita ), le diverse distanze in campo (ho sempre sostenuto che il calcio a 5 ha più attinenza, per dinamicità, con il basket), la "misura" dei tiri e dei passaggi, l'esposizione agli agenti atmosferici, il pallone di cuoio, le scarpe a tredici da lavare, il fango su maglietta e calzoncini, le vesciche ai piedi, la fatica. E guardate che questa è la parte che apprezzo!

L'introdursi da perfetto estraneo in un gruppo già consolidato di 15-18 persone, individui che ben si conoscono tra loro, e che in qualche modo ti misurano, sia come calciatore che come persona, è invece, posta la mia poca scioltezza nelle relazioni sociali, l'ostacolo più grosso.

Ovvio che se sei un fenomeno le distanze con gli altri si azzerano in fretta, ma io, oltre a non essere mai stato un fulmine di guerra , adesso ho anche una condizione fisica che definire approssimativa è eufemistico , e quindi arranco doppiamente.

Però questo appuntamento settimanale mi carica e mi aiuta a buttare fuori un pò di tensioni lavorative (che di questi tempi non mancano), mi garba, mi accorgo che lo attendo con impazienza, mi piace entrare in campo, sentire il prato che si arrende sotto i miei tacchetti, gli esercizi prima della partitella, la distribuzione delle pettorine, arrivare al campo dal lavoro ascoltando heavy metal, come facevo da ragazzino, e guidare al ritorno verso casa , letteralmente sfatto, al ritmo pacato del country folk .
Per ora insomma ne vale la pena, e a culo tutto il resto (cit).




4 commenti:

  1. Anch'io prima delle partite da ragazzo ero solito ascoltarmi canzoni che mi "caricavano", prima di entrare in campo.
    Per questa nuova sessione, mi permetto di suggerirti i Backyard Babies (li trovi nel solito topic): a me funzionano molto bene come sottofondo per la palestra.

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  2. innanzitutto ho goduto alla frecciatina sul mercoledì di coppa : ))

    poi

    ah i sottofondi pre battaglia, ah come non ripensare a Lussu e al suo Altipiano della Grande Guerra con quell'ansia tutta racchiusa NON nell'assalto ma nei tragici istanti che lo precedono, densi di ricordi e zuppi di nostalgia di cose perdute di cose lasciate lontano da qui dove il mondo è diverso diverso da qui!!! : )

    Tempo fa un conoscente mi disse di preferire per il jogging l'indie rock. Ma come ciò è possibile???? come si fa ad ascoltare dei ragazzi sottopeso, debosciati, coi pantaloni a vita bassa, le unghie da corvo e la borsa tracolla?!
    Anime Anemiche, non propedeutiche alla svolta.

    prima di Kung Fu io mi sparo le cose più gaie di Michael Franti, i momenti più fieri di Henry Rollins e porca puttana! I CLASH!
    cazzo, i CLASH!

    Per la palestra? uguale! là ci si isola con musica vigorosa, fiera, tribale.
    Fela Kuti, ad esempio.
    Il funk poi è perfetto! e Carlinhos Brown.... ottimo....

    Per il ritorno le cose più ascetiche di marca Souljazz records, l'orchestra di via Padova, sorpresa dell'anno, i Radiodervish dai testi inascoltabili ma musicalmente e vocalmente trascendentali.
    Gli Ashes, di Raiz, Laswell, Bernocchi sono il top!

    ora nell'mp3 ci metto Ornette Coleman, però.
    e chissà
    Mau

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  3. filo i BB li sto coltivando, come
    genere (hair metal) direi che ci
    siamo

    mau, come al solito il tuo
    commento vale un post :-D

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  4. hehe.... mi diverto così...

    ah, ieri ho sperimentato la mia nuova band del cuore:
    Ojos de Brujo. sono dei pazzi totali!!! palle e divertimento! la loro versione di Get up stan up è da crepare!

    e poi Ornette tornando a casa... puro free... magia!

    cmq i BB piacciono pure a me. c'ho un vecchio cd loro ed è la tamarrata del secolo, bello bello.
    (poi c'è un pzzo stupendo, Painkiller, scritto col mio amato Tyla! e ho pure il live acoustico di Tyla e Dregen! romantitarro)

    Mau

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