lunedì 16 giugno 2008

Prison break 3


Il 27 giugno su Italia uno riprende Prison break, e siamo alla terza stagione. Il serial era nato su di uno spunto avvincente, Michael Scoffield, prestigioso ingegnere edile con qualità intellettive fuori dalla norma, congegna un piano minuzioso e si fa arrestare di proposito per liberare il fratello Lincoln, ingiustamente arrestato e condannato a morte per un omicidio non compiuto. Dietro c'erano nientedimeno che i servizi segreti americani e il vice presidente. Ambientazione carceraria, caratteristiche dei personaggi un pò tagliate con l'accetta e prevedibili, ma un'ottima dose di suspance che faceva raggiungere la sospensione dell'incredulità. Inoltre, probabilmente il finale di stagione più bastardo (e quindi efficace) della storia dei telefilm (è stato ripreso anche in chiave ironica nel film dei Simpsons) con i fuggiaschi in fuga nei boschi inseguiti dalla polizia.

La seconda riprende da qui, ma sicuramente il cambio di ambientazione, da quella claustrofobica della prigione agli spazi aperti, oltre ad un aumento considerevole delle situazioni inverosimili ed a momenti davvero imbarazzanti nei dialoghi, hanno un pò indebolito quella era una buona idea di partenza. Salvano la stagione uno strepitoso, anche se a volte un pò troppo fuori dalle righe, William Fichtner ( tra gli altri Strange days, Black Hawk down, Crash) nei panni di Alexander Mahone, subdolo agente dell'FBI che rivela nel corso del tempo tutte le sue debolezze e le sue contraddizioni, e Paul Adelstain nelle vesti dello spietato agente CIA, Kellerman, già presente nella prima serie e che qui compie un percorso di redenzione centrale per le sorti dei nostri.


Ad ogni modo, la seconda serie finisce concludendo completamente il plot narrativo di partenza. Lincoln è scagionato ed è libero, il complotto svelato e la sorte di buona parte dei fuggitivi è determinata (a parte un paio di loro). Cliffhanger decisamente più debole, anche se d'indubbia efficacia visiva; Michael, in fuga a Panama, si assume la responsabilità di un delitto commesso dalla sua amata Sara e viene condotto in una prigione (Sona) controllata dai Servizi americani. Nello stesso posto anche l'agente Mahone, incastrato proprio da Scoffield. L'ingresso a Sona è sconvolgente, uno stretto e buio corridoio senza guardie, dove i prigionieri sono come anime perse all'interno di un girone infernale, liberi di drogarsi, pestarsi a sangue e prostituirsi.

Tutto sommato la seconda stagione ha mostrato i molti limiti di una serie che fatica a raggiungere buoni livelli allontanandosi troppo dall'idea di partenza, e che punta molto sulla presunta affezione del pubblico nei confronti dei personaggi. Di certo l'interesse è molto calato rispetto ai primi episodi, e sarà importante capire dalla partenza della terza stagione se il telefilm tende verso Beautiful o verso Il Fuggitivo.

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