domenica 10 febbraio 2008

Ancora Genna


Mi piace Giuseppe Genna. Avevo segnalato il suo notevole Nel nome di Ishmael, probabilmente mezzo American Tabloid all'italiana (l'altra metà dovrebbe essere Romanzo Criminale di Cataldo), ma mi ero ripromesso di leggere altro.

I suoi libri non sono così facili da trovare, per uno come me che a Milano per librerie ci va poco e niente. Così, quando mi capita, non sto nemmeno lì a sfogliare l'oggetto del mio interesse, passo direttamente in cassa.

Nel sacchetto di plastica della mondadori ho portato a casa L'anno luce, romanzo.


Mi sono bastate poche pagine per capire che i temi e lo stile de Nel nome di Ishmael erano dimenticati, quasi come fossero appartenuti ad un altro scrittore.

L'anno luce è un'opera anomala, che potrebbe eseere scritta tutta in corsivo, citazioni e divagazioni compiaciute prendono il sopravvento sulla narrazione, siamo dentro Rumore bianco di DeLillo, bisogna leggere con calma, senza la fretta da thriller, lasciarsi condurre senza frenesia alla conclusione.

I personaggi sono capitani d'industria chiamati solo per soprannome (Il Mente, Il Profeta ) di una grande azienda di telefonia che sta per essere acquistata da un colosso inglese. La storia delle epiche riunioni tra spionaggio industriale e privato si interseca con le manovre del Faccendiere e il misterioso shock che sospende la vita di Maura, la moglie del Mente.

E' uno di quei libri che è difficile valutare e misurare, che vogliono essere lasciati a sedimentare, e che probabilmente svelano il loro valore con il tempo.

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