Avete presente Orladoni, il terzo portiere dell’Inter, panchinaro certificato che si è trovato a giocare con la Juve per le contingenti assenze di Julio Cesar e Toldo? Beh, io ieri mi sono sentito un po’ come lui, quando, a causa di una serie di coincidenze e di assenze dei miei superiori in struttura, sono andato a Roma per un incontro informale con un’emerita dottoressa del ministero del lavoro sugli ammortizzatori sociali.
L’incontro era alle 16, vado in treno perché costa meno. Partenza alle 10 dalla centrale, “il ritorno prenotalo alle 18:00, che ci metti mezzora in meno”, mi dicono. La cosa mi puzza, la riunione è alle 16, per riuscire a prendere un treno due ore dopo deve durare davvero un sospiro.
Infatti. L’emerita ci riceve alle 15:45, i miei esperti compagni di riunione (arrivati belli freschi by plane) sono ossequiosi, le danno sempre ragione, mi adeguo al punto che quasi m’impappino a parlare. Lei va di fretta, parla di stringere i tempi perché le risorse da dedicare alla cassa integrazione non sono infinite, contributi della provincia, leggi, numeri, interrompe sulle domande per rispondere prima che le concludiamo.
Fatto, alle 16:13 siamo fuori. “Come è andata?”. Cazzo, male dico io.”In effetti, dicono loro…”
Prima delle cinque sono alla stazione Termini, sono talmente giù che ho le gambe molli e tra il caldo e la depressione mi sembra di svenire.
L’incontro era alle 16, vado in treno perché costa meno. Partenza alle 10 dalla centrale, “il ritorno prenotalo alle 18:00, che ci metti mezzora in meno”, mi dicono. La cosa mi puzza, la riunione è alle 16, per riuscire a prendere un treno due ore dopo deve durare davvero un sospiro.
Infatti. L’emerita ci riceve alle 15:45, i miei esperti compagni di riunione (arrivati belli freschi by plane) sono ossequiosi, le danno sempre ragione, mi adeguo al punto che quasi m’impappino a parlare. Lei va di fretta, parla di stringere i tempi perché le risorse da dedicare alla cassa integrazione non sono infinite, contributi della provincia, leggi, numeri, interrompe sulle domande per rispondere prima che le concludiamo.
Fatto, alle 16:13 siamo fuori. “Come è andata?”. Cazzo, male dico io.”In effetti, dicono loro…”
Prima delle cinque sono alla stazione Termini, sono talmente giù che ho le gambe molli e tra il caldo e la depressione mi sembra di svenire.
Per la frustrazione compro una felpa Nike per Stefano e una confezione regalo di roba profumata per la mia signora (la ragazzina alla cassa, chewing-gum e aria assente, infila la scatolina nel sacchetto di carta e me lo porge. Poi si ricorda “ah mi scusi era un regalo, vero?” prende la graffettatrice, piazza quattro puntine in prossimità dell’apertura e me lo rende soddisfatta: “ecco fatto!”.)
Per me “La cura del Gorilla”, il secondo libro della quadrilogia di Dazieri, giacchè il primo l’ho finito all’andata. Ne cercavo uno senza il cazzone di Bisio in copertina. Mi è andata male anche lì.
Per me “La cura del Gorilla”, il secondo libro della quadrilogia di Dazieri, giacchè il primo l’ho finito all’andata. Ne cercavo uno senza il cazzone di Bisio in copertina. Mi è andata male anche lì.
2 cose.
RispondiElimina1 non si è capito bene com'è andata
2 pensa che "la cura" l'ho letto in costarica a palle al sole. ti sentirai subito meglio
:))
Hai ragione, più colore che sostanza.
RispondiEliminaE' andata che possiamo avere la cassa, ma bisogna fare in fretta.
L'incazzatura è perchè sembrava
un'udienza dal papa e sopratutto
perchè qui siamo indietro di brutto
con il lavoro che porta all'accordo
per gli ammortizzatori, e senza
governo la cosa si complica
ulteriormente.
Dazieri divertente, ma roba già
abbondantemente letta.
ma se dice lucacorderodimontezemolo che senza governo si può fare tutto basta volerlo!!!
RispondiEliminasi ok per dazieri, ma è la salsa nazional-ex-leoncavallino che gli dà un tocco nostrano