Per molti (direi la totalità) della mia generazione, Altas Ufo Robot (Goldrake) fu qualcosa di epocale. Personalmente ero già appassionato di fumetti di Super eroi, ma quel cartone animato coinvolse anche bambini e ragazzini che fino a quel momento erano quanto di più lontano dalla fantascienza e dai fumetti.
Goldrake è stato il primo, l'apripista di uno squadrone di personaggi colorati dagli occhi enormi e il coraggio da kamikaze. Jeeg, Daitan III, Mazinga, Mazinga Z, Gundam, solo per citare i più famosi.
Ovviamente all'epoca (è proprio il caso di dirlo) ci si fermava alla visione del programma, non c'era la possibilità di utilizzare il motore di ricerca del web per avere informazioni, non c'erano fanzine, le riviste di televisione ne parlavano pochissimo, i giocattoli quando sono arrivati, costavano troppo. Quando poi le possibilità di approfondire si sono manifestate, l'interesse era sfumato e quindi questa grande passione della fanciullezza è rimasta legata esclusivamente alla visione delle gesta di Actarus.
Ho letto pertanto con piacere l'intervista pubblicata su XL di Repubblica, al creatore di Goldrake, ma anche di Mazinga e Mazinga Z, Go Nagai.
Nagai spiega la genesi della serie Atlas Ufo Robot, nata dopo Mazinga Z e il suo seguito, Il grande Mazinga ma trasmesso prima di quest'ultimo, in quanto gli sponsor (sigh!) già allora si facevano sentire, e trovarono Mazinga troppo "adulto" (forse perchè c'era un robot donna che sparava le tette?) e privo di momenti di comicità.
Via a Goldrake allora, che sbarcò in Italia per primo e fece il botto.
Go Nagai si definisce una persona pacifica e amante della pace, e sostiene che nelle sue serie la violenza non è fine a se stessa, ma la risposta di un popolo che rifiuta di essere sottomesso. Molto semplicistico certo, e anche molto giapponese. Secondo me, molto banalmente ai ragazzini piace vedere scene di azione, di lotta e se a questo aggiungiamo che a farla sono essere alti sei piani, con missili, raggi, armi bizzarre ed esplosioni a raffica è ancora più apprezzata. Aggiungiamo poi che a metà settanta i cartoni animati giapponesi hanno trovato terreno fertile, visto che i palinsesti per ragazzi erano alimentati a Braccobaldo e Pippicalzelunghe. Direi che non c'era scampo.
L'intervista era ovviamente una marchetta che Nagai ha pagato per parlare dell'uscita rimasterizzata e ri-doppiata della serie completa, senza tagli e censure, in 12 dischi, di Atlas Ufo Robot.
Anche il genio dei robot deve mangiare...
Ricordo ancora il mega Goldrake di plastica che sparava pure i missili che c'avevano i bambini ricchi.
RispondiEliminaAvrei ucciso per averlo.
eehh
RispondiEliminanon dirlo a me, filì...
AHHAHAHAH! FICCCOOOO! Io Goldrake non ce l'ho mai avuto, solo un pò più grande mi son comprata Supercargattigher, ma era piccolino e non si trasformava...
RispondiElimina:-(((