Arriva così, ignorato alla sua uscita, e inaspettato nella sua bellezza. A dieci giorni dalla fine dell'anno e a poche ore dalla chiusura delle rotative di stampa per l'articolo dei migliori album del 2007, ciondolando come Depp nei Pirati dei Caraibi, è tornato Devendra Banhart.
Smokey rolls down thunder canyon è uscito qualche mese fa, non so perchè non l'ho cercato subito. Forse il motivo sta nel fatto che Devendra Banhart è uno di quelli che non gli si sta dietro, che non fa sedimentare i suoi dischi e che subito ne produce di nuovi, uno di quelli che non avrà mai da pubblicare, in tempi di vacche magre, un cofanetto di inediti.
Dopo l'ottimo Nino Rojo, lo splendido Rejoicing in the hand, e se mi volete bene almeno un pò dovete farvi attraversa dalla meravigliosa open track This is the way ("I know I know we have a choice We choice rejoice"), l'evitabile Cripple crow e a tre anni di distanza questo Smokey rolls down thunder canyon.
Non è semplice raccontare questo disco. Parte con un omaggio alla musica latina che si chiude con Samba Vexillographica, e proprio quando ti stai abituando al clima tropicale ricreato dalle note, arrivano una Seahorse che potrebbe stare a pieno titolo su Strange days dei Doors, una Bad girl da White Album dei Beatles, Tonada yanomaminista che amoreggia con gli Stooges e Shabop Shalom che non farebbe brutta figura in un greatest hits di Barry Manilow.
Come concilia Banhart tutta sta roba che in altre mani sarebbe una mappazza pacchiana? Se la prende comoda, senza presunzione e con naturalezza e charme. Proprio come fa Depp nei panni di Jack Sparrow.
Regalatevi un natale freak.
me ne devo ricordare. ora sarebbe fuori tema perchè sto sentendo una marea di roba ma nonappena sento che è il momento corro da Buscemi.
RispondiElimina; )
le freak c'est chic!