È dal momento in cui il primo lettore ha posto la fatidica domanda: “ è più forte Hulk o la Cosa?”, che alla Marvel hanno compreso il potenziale di una bella scazzottata tra super eroi. Il problema è sempre stato trovare una ragione verosimile perché gente che andava (più o meno) d’amore e d’accordo si gonfiasse vicendevolmente di mazzate.
Una volta individuato il motivo del contendere si prepara quello che viene definito crossover, una serie speciale limitata in cui si racconta la storia della mega rissa, collegata però a tutte le serie regolari più importanti dell’universo Marvel in cui avvengono i fatti annessi alla saga. In questo modo, per avere una visione completa dell’evento bisogna acquistare almeno tre-quattro albi ad esso correlati, diventando così, se non lo si è già, potenziali lettori e contribuendo al rilancio delle testate.
Un’altra caratteristica delle saghe di questo tipo è che al loro termine devono portare cambiamenti importanti nei personaggi o nella famigerata continuity Marvel.
L’ultima volta che sono stati riuniti i super eroi più prestigiosi per una rissa da bar è stata giusto vent’anni fa con un crossover chiamato Guerre Segrete, trama esile come carta velina: un tizio onnipotente rapiva tutti i tipi in calzamaglia, li portava su un pianeta a millemila chilometri di distanza dalla terra, e una volta radunati gli imponeva di menarsi fino alla morte, promettendo per la fazione vincente la realizzazione di qualunque suo desiderio. Inutile dire che il piano fallisce e tutti tornano a casa felici e contenti. Da questa saga Spiderman è tornato a casa con il suo costume-alieno nero.
Oggi tutto è cambiato, nei comics Marvel c’è molta più autoironia, più realismo nei riferimenti storici, è stato violato anche il tabù delle parolacce. Oggi che i cittadini americani hanno meno libertà personali, meno privacy, e che se sono scambiati per terroristi spariscono dalla faccia della terra senza nemmeno un processo, non stare dalla parte del governo equivale ad essere nemici degli USA (un concetto caro agli States dai tempi di McCarthy) e da qui arrivare alla guerra civile, non solo tra super esseri, ma anche tra cittadini sostenitori dell’una o dell’altra fazione il passo è breve. Sono stati intelligenti gli autori di questa saga a piazzare tra i ribelli l’icona americana dei fumetti, Capitan America, e tra i filo-governativi un personaggio come Spiderman, da sempre pensatore indipendente e custode intransigente della sua identità segreta.
In questo terzo numero, o meglio, negli eventi collegati a questa uscita, la Cosa dei Fantastici Quattro decide di non schierarsi e annuncia la sua intenzione di lasciare il paese, Spiderman comincia a covare dei dubbi sulla sua scelta, Iron Man (leader della fazione pro-governativa) massacra letteralmente di botte Capitan America e il numero si chiude con il ritorno fragoroso di Thor sulla scena. Che c’è di strano dite voi? Beh, il Dio nordico era morto nell’apocalisse degli Dei di Asgard (chiamata Ragnarock) solo qualche mese fa.
Una volta individuato il motivo del contendere si prepara quello che viene definito crossover, una serie speciale limitata in cui si racconta la storia della mega rissa, collegata però a tutte le serie regolari più importanti dell’universo Marvel in cui avvengono i fatti annessi alla saga. In questo modo, per avere una visione completa dell’evento bisogna acquistare almeno tre-quattro albi ad esso correlati, diventando così, se non lo si è già, potenziali lettori e contribuendo al rilancio delle testate.
Un’altra caratteristica delle saghe di questo tipo è che al loro termine devono portare cambiamenti importanti nei personaggi o nella famigerata continuity Marvel.
L’ultima volta che sono stati riuniti i super eroi più prestigiosi per una rissa da bar è stata giusto vent’anni fa con un crossover chiamato Guerre Segrete, trama esile come carta velina: un tizio onnipotente rapiva tutti i tipi in calzamaglia, li portava su un pianeta a millemila chilometri di distanza dalla terra, e una volta radunati gli imponeva di menarsi fino alla morte, promettendo per la fazione vincente la realizzazione di qualunque suo desiderio. Inutile dire che il piano fallisce e tutti tornano a casa felici e contenti. Da questa saga Spiderman è tornato a casa con il suo costume-alieno nero.
Oggi tutto è cambiato, nei comics Marvel c’è molta più autoironia, più realismo nei riferimenti storici, è stato violato anche il tabù delle parolacce. Oggi che i cittadini americani hanno meno libertà personali, meno privacy, e che se sono scambiati per terroristi spariscono dalla faccia della terra senza nemmeno un processo, non stare dalla parte del governo equivale ad essere nemici degli USA (un concetto caro agli States dai tempi di McCarthy) e da qui arrivare alla guerra civile, non solo tra super esseri, ma anche tra cittadini sostenitori dell’una o dell’altra fazione il passo è breve. Sono stati intelligenti gli autori di questa saga a piazzare tra i ribelli l’icona americana dei fumetti, Capitan America, e tra i filo-governativi un personaggio come Spiderman, da sempre pensatore indipendente e custode intransigente della sua identità segreta.
In questo terzo numero, o meglio, negli eventi collegati a questa uscita, la Cosa dei Fantastici Quattro decide di non schierarsi e annuncia la sua intenzione di lasciare il paese, Spiderman comincia a covare dei dubbi sulla sua scelta, Iron Man (leader della fazione pro-governativa) massacra letteralmente di botte Capitan America e il numero si chiude con il ritorno fragoroso di Thor sulla scena. Che c’è di strano dite voi? Beh, il Dio nordico era morto nell’apocalisse degli Dei di Asgard (chiamata Ragnarock) solo qualche mese fa.
Giuro che per la prossima uscita sarò meno prolisso.
preso :D
RispondiEliminamau
mi sembra che il serial
RispondiEliminasu "speedball" sia addirittura
superiore alla testata principale,
che dici?
sono indietrissimo con la lettura purtroppo...
RispondiEliminami aggiorno e ti dico
figata di sicuro comunque eh