sabato 9 dicembre 2006

Rewind


La testa fa strani scherzi. Innesta dei meccanismi effetto domino che da una situazione banale fanno risvegliare ricordi addomesticati del passato. Ero sul tram, il 23 mi sembra. Avevo le cuffie e ascoltavo i Jam (In the city), il rumore del mezzo rendeva quasi inascoltabile la musica, e alzare il volume di tracce registrate a 192 kbs produceva un effetto di scompesazione dei toni che cominciava ad alimentare un mal di testa del tipo a percussione.

E allora comincio a pensare quanto sarebbe fico avere un lettore mp3 che, pur alzando il volume, mantenesse fedeltà perfetta del suono, e magari coprisse il clangore del tram con una bella melodia serena a pacificante (chessò “willin’” dei little feat). Ed è lì che mi viene in mente la scena del trailer del film “il tempo delle mele” in cui lui si avvicina a lei in discoteca, e le mette sulle orecchie le cuffie di un walkman. Immediatamente si interrompe la disco music e lo spettatore ascolta il movie theme sdolcinato del film (situazione fisicamente impossibile, se
abbiamo presente il volume della musica nelle disco, seppur di 25 anni fa).

Questo indesiderato flashback mi ha fatto comunque tornare alla mente quanto ho odiato, senza averlo nemmeno mai visto, quel cazzo di film.
Ero in terza media e il tempo delle mele era una di quelle occasioni in cui chi già aveva la fidanzata ce la portava al cinema, chi puntava qualcuna coglieva l’occasione per chiederle di andarci insieme e gli altri rosicavano.
“L’hai visto il tempo delle mele?” ti chiedevano con il sorriso a 32 denti gli appartenenti alle prime due categorie, ben sapendo che non potevi averlo visto da solo o con fratelli o genitori “Vaffanculo”, pensavi tu, ma intanto abbozzavi una scusa e cambiavi discorso.
Ma quello insisteva “io sono andato a vederlo con tizia, oh, del film ho visto solo la prima mezzora, perché poi ho capito che ci stava e allora abbaimo limonato, poi gli ho messo una mano sulla gamba…” Non ce ne era uno che avesse visto questo film senza aver fatto andare mani o lingua o entrambi.

Sul lettore è finito il disco dei jam e parte wreckin crew degli overkill, che è tutto l’opposto della melodia serena e pacificante che agognavo, però è quanto mai efficace e opportuna: si porta via tutto, i fighetti della terza media, sophie marceau, gli amori preadolescenti.

Tutto, eccetto il mal di testa.

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