giovedì 30 aprile 2015
MFT, aprile 2015
ASCOLTI
Zac Brown Band, Jekyll + Hyde
The Mavericks, Mono
Gang, Sangue e cenere
Faith No More, Sol invictus
Ryan Adams, Live at Carnegie hall
Raven, ExtermiNation
Mumford & Sons, Wilder mind
Journey, Greatest hits
Steve Earle, Terraplane
Aaron Watson, The underdog
VISIONI
Game of thrones, 5
The Killing
lunedì 27 aprile 2015
80 minuti di Dropkick Murphys
Raccoltone devastante per la seminale celtic punk band originaria di Quincy, Massachussetts. Venticinque estratti dagli otto full lenght fin qui pubblicati. Ovviamente non potevo omettere i traditional irish dovutamente rivisitati da Ken Casey e compagni.
1. For Boston
2. The boys are back
3. Wich side are you on
4. Boys on the docks
5. Going out in style
6. Prisoner's song
7. The warrior's code
8. Kiss me I'm shitfaced
9. The irish rover
10. The state of Massachusetts
11. Cruel
12. The walking dead
13. Worker's song
14. The rocky road to Dublin
15. Vengeance
16. (F)lannigan's ball
17. Citizen C.I.A.
18. The auld triangle
19. Don't tear us apart
20. Barroom hero
21. Bastards on parade
22. I'm shipping up to Boston
23. Out of our heads
24. Johnny, I heardly knew ya
25. The wild rover
lunedì 20 aprile 2015
Lilyhammer, stagioni 1 e 2
Little Steven torna sul luogo del delitto. Evidentemente si diverte troppo a recitare la parte del mafioso di origini italiane. D'altra parte il physique du role ce l'ha tutto, o più semplicemente, dopo i Soprano, siamo noi a vederlo bene in quei panni. Sta di fatto che in Lilyhammer, Steve interpreta Frank Tagliano, bravo ragazzo newyorkese costretto a entrare nel programma protezione testimoni dopo aver fatto arrestare il suo boss. La particolarità di un incipit già visto mille volte sta nella destinazione scelta dal mafioso. Frank non sceglie infatti il classico anonimo villino nel Minnesota o l'appartamento da pensionato in Florida, bensì, suggestionato dalle olimpiadi invernali del 1994, chiede all'FBI di essere spedito in Norvegia, località Lillehammer.
Qui, dopo un brevissimo periodo di ambientamento, mette a frutto le sue "capacità organizzative" e diventa, a suo modo, un punto di riferimento per la comunità.
Van Zandt (che è anche produttore esecutivo del serial) non è certo un attorone, ma si vede che si diverte sotto il parruccone nero corvino alla James Brown e dentro i completi che sembrano usciti dagli improbabili gangster dei telefilm di Baretta.
Si diverte ancora di più rispetto alle precedenti esperienze di recitazione in quanto il tono leggero di Lilyhammer (tecnicamente sarebbe dramedy, a metà strada tra drama e comedy) confà maggiormente alla sua figura, permettendogli di gigioneggiare alla grande, con continui rimandi alla musica (le citazioni sono sterminate, dalla sua pessima opinione sul black metal, alle band che si esibiscono nel suo locale, a Frank Sinatra, a Born to run di Springsteen che accompagna la "corsa" di un personaggio su una specie di triciclo per anziani infermi) e alle altre fiction di mafia (alla ex-moglie che, riferendosi ad un piano per uccidere un boss, commenta: "Ancora con 'ste cose alla Soprano?!?" Lui risponde: "Non me ne parlare..."). Il resto del cast è perlopiù norvegese e devo confessare che, seguendo la serie in lingua originale, ho sviluppato un certo fascino verso il cantilenante suono di quel particolarissimo idioma.
Viste le prime due stagioni, molto snelle, da otto episodi ciascuna, ma è già disponibile la terza.
lunedì 13 aprile 2015
Scorpions, Return to forever
Nessuno pensava davvero che Sting in the tail e il relativo tour potessero essere l'atto conclusivo di una band che si è formata l'anno in cui il mondo discografico registrava le uscite di lavori come Highway 61 Revisited e Rubber soul (eh sì, sto parlando del 1965). Di quella prima formazione oggi resta il solo Rudolf Schenker, sebbene i suoi bravi scatti di anzianità li abbia maturati anche il vocalist Klaus Meine, che alla band è stato aggregato nel 1968. Fatti velocemente i conti siamo in presenza dunque di un traguardo, quello dei cinquant'anni di carriera, alla portata di pochissime formazioni. Traguardo che è stato festeggiato, ca va sans dire, con l'ennesimo tour mondiale e con questo Return to forever, un album (il diciottesimo), che recupera, rielaborandoli, una manciata di outtakes da vecchi lavori a cavallo tra gli ottanta e i novanta. Partendo da queste basi, chiaramente il risultato finale non può che essere un pò altalenante, anche se qualche zampata i vecchi rockers riescono ancora ad assestarla. Gli Scorpions non hanno infatti perso il loro peculiare gusto per la melodia e qui, seppur in un ambito complessivo abbastanza soft, la caratteristica emerge in pezzi come We built this house; Rock 'n' roll band (anticipata nel MTV unplugged in Athens); Catch your luck and pray; All for one e nell'immancabile ballad House of cards (niente a che vedere con il serial). Certo, ci fosse una polizia dei testi, sanzionerebbe con l'aggravante della recidiva i tedeschi per abuso del termine "rock", presente, nei titoli o nelle liriche, in pressochè tutte le tracce.
E' facile (e in parte anche comprensibile) fare dell'ironia su questo gruppo, anche se credo che molta di essa sia dovuta alla provenienza della band, più che dai contenuti della loro musica. Sono convinto che se la formazione anzichè avere un pacchiano e inconfondibile accento tedesco si proponesse con un inglese impeccabile gli sarebbe stato riconosciuto lo stesso minimo di rispetto che, dopo decenni di dischi e concerti, si tributa ad AC/DC, Aerosmith o Kiss.
Per il mio gusto personale, un disco senza pretese di immortalità, autocelebrativo e infarcito di ritornelli a presa immediata come Return to forever, ogni tanto ci vuole.
mercoledì 1 aprile 2015
MFT, marzo 2015
ASCOLTI
Gang, Sangue e cenere
The Mavericks, Mono
AA.VV., Asleep at the wheel: Still the king, celebration the music of Bob Willis
Napalm Death, From enslavement to oblitaration
Thunder, Wonder days
Blackberry smoke, Holding all the roses
Scorpions, 1978 Tokyo Tapes
Tom Waits, The heart of saturday night
Iron Maiden, Piece of mind
Xavier Rudd and The United Nations, Nanna
Van Halen, Tokyo dome
Steve Earle, Terraplane
Yes, Close to the edge
MONOGRAFIE/RETROSPETTIVE: Faith No More
VISIONI
Justified, stagione due
The Walking dead, seconda parte stagione cinque
Lilyhammer, due
Better call Saul
Fortitude
Le regole del delitto perfetto
LETTURE
William Gibson, Neuromante
Albert Mudrian, Choosing death